GreenBoxX il cartone riciclato e riciclabile prodotto dal macero della raccolta differenziata dei cittadini campani è tra i protagonisti di “ Facciamo un pacco alla camorra ”, il paniere natalizio con prodotti agroalimentari realizzati attraverso il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. Venerdì 24 novembre (ore 18.30) a Casal di Principe, presso la “Casa don Diana”, il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho inaugura il tour del pacco anticamorra.

Sabox, società campana che produce packaging sostenibile e che realizza il contenitore in cartone, per l’occasione distribuisce presepi interamente prodotti in cartone riciclato e riciclabile, quale contributo ad un’iniziativa – promossa dal Comitato don Diana, in collaborazione con Libera e attuata dal Consorzio N.C.O Nuova Cooperazione Organizzata – che fa dello sviluppo dell’economia sociale il proprio punto di forza. “Si tratta di un presepe da assemblare pezzo dopo pezzo per poi regalargli il colore che è più in sintonia con noi stessi.

Perché ogni storia, piccola o grande che sia, si scrive pezzo dopo pezzo, step by step, proprio come la storia di Sabox che, con la produzione di imballaggi in cartone e packaging, si fa portavoce di una nuova strategia in cui l’ idea di impresa si evolve in sostenibilità e sviluppo del territorio”. Queste le parole di Aldo Savarese – amministratore unico Sabox e presidente Rete per il packaging sostenibile 100% Campania – che sottolinea l’importanza di uno sviluppo di una economia sostenibile e legale da praticare ed esportare.

L’iniziativa “ Facciamo un pacco alla camorra ”, giunta alla nona edizione, quest’anno includerà anche le città di Bruxelles, Bologna, Rovellara (RE), Cento (FE), Camposampiero(PD), Rimini, Milano, San Damiano d’Asti e Torino, mobilitando le comunità intorno alla ‘terra’, filo conduttore di quest’anno. All’interno del paniere i prodotti della terra – confetture, legumi, barrette di cioccolato – che raccontano la storia di una cooperativa sociale del territorio impegnata nell’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati attraverso il riutilizzo sociale e produttivo di beni confiscati.

Tra i beni confiscati c’è Casa Don Diana, che ospita l’evento, immobile confiscato alla camorra e intitolato al prete ucciso nel 1994 dalla camorra.

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